Alberto Allegri – “Europe Dream di Allegri” (2001)

Evoca l’attualità della Via Francigena medievale, quest’opera di Alberto Allegri, che mira a installarvi sei sculture, le sei lettere di Europe, in altrettante tappe fra Roma e Canterbury – più una. Eccola, la secolare via di comunicazione che è cresciuta dallo sterrato alle pietre, dal pavé all’asfalto, inoltrandosi tra la Chiesa Cattolica e le altre Chiese, attraverso nazioni nemiche: sta ancora lì. Passa presso la casa dell’artista. Con poche altre, sarà, di volta in volta, la strada santa dei pellegrini, l’autostrada degli eserciti imperiali, la deserta landa dei predoni, e il cannocchiale trafficato dei sapienti. […] La scultura letterale di Allegri è fortemente simbolica perché inscrive i segni dell’alfabeto nell’ambiente senza mai descriverlo. Perciò leggiamo la E posta a un capo dell’itinerario, sulla piazza del Campidoglio, per ciò che è: una congiunzione, una particella dell’unione, un inizio di buon augurio.

Ubicata presso la Basilica di Fidenza, non lontano dall’antica via che svolta verso Parma o Piacenza, la scultura U dovrebbe distendersi a terra – tale è il progetto – con il carattere tondo di una maiuscola greca. Strano guizzo, per uno scultore neobodoniano che, d’aprés  il genio tipografico neoclassico del parmense Gian Battista Bodoni, ha derivato da questi la gran parte delle sue lettere sculturali. […] In effetti, la U greca di Allegri ha le ali e pure qualche somiglianza con la configurazione a Y con cui l’animismo sciamanico indicava un tempo l’aspirazione umana all’immortalità. Allora, si capisce anche perché l’artista definisca l’Europe Dream come una performance.

Rotola il pianeta negli spazi, mutando pelle e mappe. Dai dipinti a volo di uccello agli spazi attivi delle avanguardie, l’arte ne ha sempre configurato le forze, oscure come le caverne e misteriose come i graffiti. Mappe erano i segni rupestri e mappe sono, in crescendo, molte opere di artisti contemporanei. Alle profondità cosmologiche dei maestri modernisti fanno  seguito, da qualche tempo, le superfici geografiche dei nuovi cartografi dell’immaginario; in risposta, suppongo, ai neuroscienziati che mappano le funzioni del cervello, agli informatici che tracciano il ciberspazio. […] Così risaliamo alla scultura R posta sul Colle del San Bernardo per oltrepassare campanili e montagne.

Orientiamoci nella circolarità. Il percorso di Allegri parte dalla E comune a tutte le dizioni di Europa ed arriva alla E congiuntiva; e viceversa, naturalmente. Segue il mancorrente della dizione inglese – ROPE – che risuona come una corda fissa lungo il nome del sogno. Chi giunge alla O di Besançon, festeggia l’abolizione delle vecchie dogane: altra gran tappa di libertà nell’unità. Nella O in carattere latino cancelleresco permane un ricordo di burocrazia mentre si vuota di sbarre e barriere. Ora vi compare lo zero, che è l’altra faccia dell’infinito.  Nella prospettiva centrale, lo zero è il punto di fuga, la soglia sull’invisibile. Non in vista tra loro, le sculture di Allegri ci avviano per un itinerario che è una vista ultra prospettica. La O di Besançon mostra che i viaggi circolano tra passato e futuro – tra il positivo e il negativo.

Possano le luci cangianti di Monet vibrare a nuovo sulla lettera in pietra che ora si delinea  ai piedi della Cattedrale di Reims. P di pietra, P di percorso, P di peuple, in piena allegria. Quante popolazioni e tradizioni diverse si snodano fra questi archi letterati che, delle terre, fanno un ponte – lungo quanto? L’alfabeto a scala ambientale di Allegri è l’architettonica di un continente che si mobilizza. Già la stratificano molteplici stili e numerose collaborazioni; già la Cooperativa Di Vittorio, laboriosa sulla Via Francigena, contribuisce al progetto. A dir vero, la sua è la scala continentale di una tettonica litografica che potrà infoltirsi all’infinito.

Europe è il plurale di Europa per questo scultore italiano che ha un sogno. E’ l’ora settima, è il Paese dell’arte. Arrivando in vista dell’Abbazia di Canterbury, nel tiepido paese che ha rinviato l’adesione all’euro, nel Regno unito solo con se stesso, scopriremo che l’antica via ne ha generata un’altra, dal nome qui familiare – l’Utopia. Aggiornando l’europeo Bodoni, lo scultore epigrafico ha disegnato una Є curva come l’euromoneta, che forse installerà sulla direttrice di Londra. […] Europe è la settima tappa, il territorio dei simboli che uniscono. [Tommaso Trini, 2001]

Alberto Allegri – “Alfascultura dell’io” (2003)

Due anni fa, era il 2001, Alberto Allegri ha cominciato a scrivere la parola IO in una serie di tavole e sculture. Dapprima, in carattere bodoni, un bell’IO tondo con tutte le grazie tipografiche; poi in corsivo e minuscolo con grazie alla Parmigianino, che è visibile lì a Fontanellato, poco distante dal suo studio; e quindi in stile birichino, cioè al modo aereo di Allegri e tutte le sue passate sculture. IO è il pronome personale, prima persona singolare, che tu, egli, noi usiamo tutti i giorni. Può capitare di porre una tavola al rovescio e di leggervi OI – allora il pronome diventa una data, il primo anno del primo secolo del terzo millennio. Niente ha più prospettive del nostro ego. […]

 

Evoca l’attualità della Via Francigena medievale, quest’opera di Alberto Allegri, che mira a installarvi sei sculture, le sei lettere di Europe, in altrettante tappe fra Roma e Canterbury – più una. Eccola, la secolare via di comunicazione che è cresciuta dallo sterrato alle pietre, dal pavé all’asfalto, inoltrandosi tra la Chiesa Cattolica e le altre Chiese, attraverso nazioni nemiche: sta ancora lì. Passa presso la casa dell’artista. Con poche altre, sarà, di volta in volta, la strada santa dei pellegrini, l’autostrada degli eserciti imperiali, la deserta landa dei predoni, e il cannocchiale trafficato dei sapienti.

 

L’opera di Alberto Allegri si colloca su questi crinali liquidi. E’ una scultura che si fa al tempo stesso scrittura; e una scrittura che diventa architettura nello spazio fisico. Pone l’io al posto del punto di fuga, che nella prospettiva classica equivaleva a zero. […] Conviene definirla alfascultura, l’arte di Alberto Allegri, per la buona ragione che sa leggere e riprodurre la lettera dei fenomeni visibili allo scopo di mutarne lo spirito, e in tal senso mi pare più prossima alla riproduzione digitale che a quella analogica, a differenza dell’arte scritta, generalmente dipinta, che riposa sulle analogie pittoriche dei segni verbali. Inoltre, c’è una bella differenza, per venire a questo ciclo dell’IO, con le sole altre opere egoiche che mi vengono alla mente: le tavole su cui il fluxus Ben Vautier sciabola tuttora la parola “ego”, per dire che l’arte è solo egocentrismo. […] A dire il vero, l’alfascultura di Allegri fa più di un’incursione nell’orto letterario: lo sfida. Nella sua contiguità alla scrittura, essa rilancia il tema della sua autonomia. Una scrittura allevata dalla scultura è figlia delle arti visive più che della letteratura? Le lettere disegnate e scolpite da Allegri sono un principio di architettura letterale. Potere alzare un’architettura di lettere e parole, ma pur sempre di pietra o metallo, consente allo scultore Allegri di essere, avendo la possibilità di realizzarla, un eccellente e fattivo alleato dell’architettura costruita. [Tommaso Trini, 2003]

Roman Opalka

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et accumsan et iusto odio dignissim qui blandit praesent luptatum zzril delenit augue duis dolore te feugait nulla facilisi. Nam liber tempor cum soluta nobis eleifend option congue nihil imperdiet doming id quod mazim placerat facer possim assum. Typi non habent claritatem insitam; est usus legentis in iis qui facit eorum claritatem. Investigationes demonstraverunt lectores legere me lius quod ii legunt saepius. Claritas est etiam processus Leggi

Michelangelo Pistoletto

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et accumsan et iusto odio dignissim qui blandit praesent luptatum zzril delenit augue duis dolore te feugait nulla facilisi. Nam liber tempor cum soluta nobis eleifend option congue nihil imperdiet doming id quod mazim placerat facer possim assum. Typi non habent claritatem insitam; est usus legentis in iis qui facit eorum claritatem. Investigationes demonstraverunt lectores legere me lius quod ii legunt saepius. Claritas est etiam processus dynamicus, qui sequitur mutationem consuetudium lectorum. Mirum est notare quam littera gothica, quam nunc putamus parum claram, anteposuerit litterarum formas humanitatis per seacula quarta decima et quinta decima. Eodem modo typi, qui nunc nobis videntur parum clari, fiant sollemnes in futurum. Leggi